Non commettiamo un errore affermando che l’essere umano è un “animale visivo” in quanto basa il proprio rapporto con lo spazio esterno principalmente grazie ad informazioni provenienti dagli occhi.
Leggere, scrivere, lavorare, praticare uno sport, viaggiare, interagire con altre persone, evitare pericoli, ecc. sono solo esempi delle tantissime attività quotidiane che svolgiamo grazie al fatto che “vediamo”.
La “vista” o “acuità visiva” è un’ abilità garantita da una piccolissima area nel centro della retina chiamata fovea. Per quanto importante, la “vista”, è solo una delle tante componenti della “visione”, meglio definita come “percezione visiva” che comprende tantissime altre abilità visuo-percettive-motorie.
Tali abilità ci permettono di percepire le forme, i colori, esplorare lo spazio mediante i movimenti oculari, valutare le distanze, coordinare i movimenti oculari con quelli del corpo, percepire un campo visivo esteso, collaborare con l’orecchio interno per ottimizzare l’equilibrio del corpo, ecc. ecc.
Il “deficit percettivo” è dovuto a lacune in uno o più aspetti delle abilità visuo-percettive-motorie e della percezione.
Una scarsa coordinazione dei movimenti oculari è un esempio molto frequente fra i bambini. Lo stesso vale per una scarsa capacità di convergenza, una messa a fuoco scarsa o instabile, una limitata capacità ad utilizzare insieme i due occhi, una scarsa coordinazione occhio-mano.
Possiamo aggiungere anche aspetti come una inefficiente percezione figura-sfondo, una ridotta integrazione visuo-motoria, aspetti legati alla lateralità, e molto frequentemente aspetti legati ad una scarsa integrazione visuo-uditiva.
I problemi visuo-percettivi-motori sono legati sia ad aspetti posturali sia allo svolgimenti di attività cognitive che caratterizzano la quotidianità.
La visione non è una funzione indipendente separata dal resto del corpo ma fin dall’infanzia è profondamente integrata con gli aspetti motori e posturali.